Food porn: le implicazioni psicologiche
Autore
Marika De Maio
L’hashtag #foodporn è oggi tra i più diffusi nel mondo.
Con questo termine ci si riferisce alla pratica di chi fotografa e condivide sui social media immagini di cibo (Stagi, 2016) talmente appetitose da innescare un forte desiderio. Si parla di food porn proprio perché viene fornito un contenuto che stimola l’immaginazione e la fantasia ed è altamente desiderabile, come avviene per la pornografia. Psicologi e sociologi di tutto il mondo si sono interrogati sulle cause di questo fenomeno e a tutt’oggi non si è arrivati a una risposta chiara.
Tra le diverse spiegazioni proposte, la più accreditata ha radici nell’etologia: il biologo Nikoolas Timbergen, intorno agli anni ’50, scoprì che gli animali osservati nei suoi esperimenti preferivano versioni artificiali (dette “super-stimoli”), più vistose e attraenti, rispetto agli stimoli con cui interagivano normalmente in natura. Ad esempio, alcuni uccelli tendevano a preferire uova finte più grandi e colorate di quelle naturali, e a nutrire fantocci di pulcini con il becco dai colori più vivaci e brillanti piuttosto che i propri piccoli.
Vi sono poi degli studi che dimostrano che osservare l’immagine di un piatto appetitoso, stimola i circuiti cerebrali implicati nell’attività del mangiare e i centri del piacere e della ricompensa. Tuttavia, ciò che suscita l’interesse dei clinici riguarda piuttosto le conseguenze di questo fenomeno; ci si è chiesti se il food porn potesse avere effetti negativi su persone con disturbi alimentari o con obesità.
Gli studi in merito non sono molti e anche in questo caso, si osservano pareri contrastanti: da un lato, alcuni sostengono che in realtà il food porn sia un modo per promuovere uno stile di vita sano; infatti, molti post con l’hashtag food porn si riferiscono a cibi sani e sono proprio questi a riscuotere maggior consenso sociale in termini di like e condivisioni (Mejova et al., 2016). Inoltre, si osserva una correlazione positiva tra obesità a livello nazionale e la presenza di foto di cibi sani nei social, dato che potrebbe essere interpretato come una presa di consapevolezza del problema, che tuttavia ad oggi non viene risolto dall’influenza delle immagini proposte.
Uno studio di F. Versace et al. (2019) suggerisce che in realtà esistano delle differenze individuali nell’attribuire maggior salienza a stimoli visivi che riguardano il cibo: alcune persone (il 41% del campione) mostrano maggiore attivazione alla vista del cibo piuttosto che di uno stimolo erotico. Questo significa che alcuni individui sono più sensibili alle immagini relative al cibo, che in loro innescherebbero più facilmente un comportamento di ricerca e poi consumo alimentare e, di conseguenza, un maggior rischio di andare incontro a obesità o sintomi bulimici.
Studi futuri potrebbero indagare ulteriormente questo aspetto, per poter definire diversi profili e prevenire l’insorgere di eventuali disturbi. Tuttavia, ipotesi sugli effetti del food porn potrebbero essere premature trattandosi di un fenomeno così recente, che necessita di ulteriori approfondimenti.