L’importanza del transfert e del controtransfert in psicoterapia
Autore
Greta Brullo
In psicoanalisi il transfert è un fenomeno caratterizzato dal reindirizzamento inconscio dei sentimenti dal paziente al terapeuta, mentre il controtransfert si riferisce al trasferimento dei sentimenti dal terapeuta al paziente.
Entrambi i fenomeni si basano sulla capacità umana di riconoscere il mondo interno dell’altro.
In ogni situazione in cui la persona percepisce una qualsiasi informazione, per riconoscerla, deve confrontarla con un’esperienza passata simile. Ricordi, in particolare quelli emotivamente carichi, possono essere innescati da ciò che nel presente evoca il passato, facendo sì che la persona reagisca come già aveva fatto in precedenza.
Sentimenti di transfert e controtransfert sono una preziosa fonte di informazioni sul mondo interiore del paziente (e del terapeuta).
I terapeuti psicodinamici considerano il transfert come strumento potentissimo e indispensabile per comprendere il paziente e progettare il cambiamento, evidenziando come limitante la poca importanza data a questo fenomeno da parte della psicologia cognitivo-comportamentale; sostenendo che ciò potrebbe facilmente portare alla frattura della relazione paziente-terapeuta.
Sebbene l’interpretazione del transfert non sia un elemento centrale della terapia cognitiva, pensieri e sentimenti automatici relativi alle interazioni con il terapeuta rientrano ampiamente nell’ambito dell’esplorazione e possono fornire preziose opportunità per testare e modificare i pensieri automatici disfunzionali. I terapeuti cognitivi comportamentali generalmente mirano a stabilire una relazione collaborativa e aperta all’inizio della terapia e, quindi, a lavorare in modo concreto e diretto con il paziente.
Gli schemi disfunzionali, le credenze e ipotesi che influenzano la percezione del paziente probabilmente influenzeranno anche la percezione del terapeuta. Le strategie disfunzionali di comportamento interpersonale possono manifestarsi e, se non affrontate in modo efficace, nella relazione paziente-terapeuta, si può andare incontro a difficoltà interpersonali.
Il transfert si verifica quando il paziente sovrappone le sue precedenti esperienze interpersonali alla relazione con il terapeuta.
Secondo la prospettiva psicodinamica un transfert efficace è facilitato dal terapeuta, se quest’ultimo si presenta come una tabula rasa imparziale, dove il paziente sarà libero di sovrapporre (trasferire) i propri sentimenti sperimentati per una persona significativa della propria vita.
Questo non è l’obiettivo della CBT, dove l’auto-apertura, l’atmosfera empatica, la relazione collaborativa possono prevenire una relazione non sana tra paziente e terapeuta.
Per la CBT i segnali rilevatori di transfert efficace sono i segnali che suggeriscono la presenza di schemi e pensieri automatici durante la sessione, per esempio, un improvviso cambiamento nel comportamento non verbale del paziente, il brusco passaggio ad un nuovo argomento, balbuzie, blocchi, pause nel mezzo di una serie di dichiarazioni, postura rilassata, pugni serrati ecc…
Uno dei segnali più importanti è il cambiamento nello sguardo del paziente; il terapeuta deve prestare attenzione a queste dinamiche, ma senza provocarle o ignorarle deliberatamente.
Deve essere attento ad identificare delusione, rabbia e frustrazione sperimentati dal paziente nella relazione terapeutica e, allo stesso modo attento, all’eccessiva idealizzazione o ai tentativi di distogliere l’attenzione del terapeuta dagli argomenti della terapia.
La svalutazione della terapia rappresenta una delle maggiori sfide perché può creare esperienze molto aggressive e scomode. Quando si presentano queste situazioni, il terapeuta ha un duplice compito: tollerare il transfert abbastanza da non impegnarsi in una messa in atto di contro-transfert, e aiutare il paziente a comprendere il significato e le conseguenze delle svalutazioni indirizzate al professionista.
Per la CBT avere una formulazione clinica condivisa con un paziente può aiutare a mantenere un’alleanza terapeutica durante rievocazioni difficili, usando schemi e credenze funzionali di base come focus della terapia, e allontanando modelli interpersonali disadattivi.
L’interpretazione del transfert è rimasta un elemento centrale nella tradizione psicodinamica, nonostante vi sia un limitato numero di prove empiriche a dimostrazione della sua efficacia.
Sebbene l’elemento centrale della CBT non riguardi l’interpretazione del transfert, i pensieri automatici e le emozioni associate alle interazioni con il terapeuta sono importanti, e possono fornire preziose opportunità di modificazione dei pensieri automatici negativi del paziente.
Transfert e controtransfert nella terapia cognitivo comportamentale consistono nella discussione esplicita della relazione in corso tra paziente e terapeuta, e questo si dimostra efficace quando è chiara e precisa la distinzione tra realtà e fantasia nell’incontro terapeutico.
Il controtransfert si verifica quando il terapeuta reagisce in modo complementare al transfert del paziente; egli deve avere l’abilità per riconoscere, etichettare, comprendere ed esprimere le sue stesse emozioni.
TIPOLOGIE DI CONTROTRANSFERT
Sono state formulate 8 tipologie di controtransfert indipendenti dall’orientamento teorico dei professionisti:
1) Disorganizzato;
2) Inadeguato;
3) Positivo;
4) Troppo coinvolto;
5) Sessualizzato;
6) Disimpegnato;
7) Genitoriale;
8) Critico.
Nel controtransfert, il terapeuta potrebbe utilizzare alcune distorsioni cognitive, ad esempio: “Questo paziente è isterico" (etichettatura); oppure “Vuole solo guadagni secondari" (lettura della mente); oppure “Non migliorerà mai" (fare l’oracolo) ecc. Alcuni schemi individuali del terapeuta, inoltre, possono infuenzare negativamente il rapporto col paziente:
• Standard esigenti: i terapeuti spesso considerano i pazienti irresponsabili, indulgenti e pigri, provano, quindi, difficoltà ad esprimere calore ed empatia nei confronti dei pazienti, e pongono molta enfasi sulla “logica" e la “razionalità".
• Abbandono: la precoce interruzione della terapia è interpretata dal terapeuta come un rifiuto. Questi terapeuti potrebbero, invece, non aver utilizzato gli interventi adeguati per il trattamento (come le tecniche di esposizione).
• Narcisismo: il terapeuta può annoiarsi o arrabbiarsi con il paziente, piuttosto che entrare in empatia, con un conseguente e comprensibile senso di frustrazione da parte di quest’ultimo.
• Necessità di approvazione: il terapeuta “piacevole" potrebbe essere altamente qualificato nel mostrare empatia per il paziente desiderando di farlo stare bene a prescindere da ciò che sta accadendo, è contrario a qualsiasi espressione di rabbia o delusione da parte del paziente.
Anticipando e prestando attenzione a tali risposte contro-transferali, la CBT offre al terapeuta l’opportunità di riconoscere e gestire tali risposte, e tutto questo riduce il rischio di agire per “ritorsione”.
Durante tutto il percorso il terapeuta deve fare uno sforzo per monitorare le sue reazioni, riconoscere le sue forti reazioni emotive nei confronti del paziente, sia positive che negative. Per aiutarsi può porsi delle domande introspettive come: “Quali sono le mie reazioni emotive nei riguardi di questo paziente? Sono un po’esagerate?” ecc.
Un secondo passo può comportare la ricerca di una consultazione con un supervisore.
La supervisione dovrebbe supportare il terapeuta, dare una nuova prospettiva, rafforzare la comprensione teorica per comprendere le attuali problematiche del paziente e aiutare il terapeuta a mantenere un atteggiamento benevolo, premuroso e curioso nei confronti delle vicissitudini del paziente.
Le elaborazioni di transfert, anche nella CBT sembrano essere particolarmente importanti, soprattutto con quei pazienti che presentano relazioni interpersonali problematiche di lunga data.