Ortoressia Nervosa
Autore
Giulia Clerici
Le basi cliniche
Ortoressia nervosa è un’ossessione patologica per il cibo sano. Sebbene non ancora del tutto riconosciuta ufficialmente come una diagnosi psicologica, l’ortoressia è spesso associata ad un’invalidità importante, poiché ciò che sembra essere un tentativo di raggiungere uno stato di salute ottimale tramite una dieta sana, in realtà, potrebbe condurre a conseguenze dannose per l’organismo come: malnutrizione, perdita delle relazioni e scarsa qualità della vita. Sebbene il suo meccanismo comportamentale venga spesso osservato tra gli specialisti che si occupano di disturbi alimentari, l’ortoressia, rispetto ad altri tipi di disturbo alimentare, è di solito trascurata dalla comunità scientifica.
I sintomi
Coniato per la prima volta da Bratman e Knight nel 1997, il termine ortoressia nervosa descrive gli individui con un’ossessione per una corretta nutrizione tramite diete molto ristrette, l’attenzione alla preparazione del cibo e la messa in atto di riti alimentari. Le persone con ortoressia sono solitamente preoccupate della qualità del cibo, più che dalla quantità: se la verdura è stata esposta a pesticidi, se i prodotti d’origine animale derivano da animali a cui sono stati dati ormoni; se dopo la cottura sono stati persi i valori nutrizionali, se sono stati aggiunti micronutrienti, aromi artificiali o conservanti; se il cibo possa contenere delle componenti derivanti dalla plastica, cancerogeni, se le etichette forniscono sufficienti informazioni per giudicare la qualità di specifici ingredienti. Questa ossessione, sulla qualità, sui valori nutrizionali e sulla non contaminazione del cibo, deriva da un desiderio di massimizzare la salute e il benessere fisico, piuttosto che da credenze religiose o preoccupazioni relative all’agricoltura eco-sostenibile, alla protezione dell’ambiente e al benessere degli animali. Questi comportamenti potrebbero condurre a carenze nutrizionali e complicazioni mediche.
Sul piano psicologico, le persone con ortoressia provano sensazioni di frustrazione quando i loro riti vengono interrotti o ostacolati, provano disgusto verso il cibo “non sano” e ripugnanza verso se stessi per aver infranto le proprie regole. Le trasgressioni possono provocare impulso a infliggersi punizioni, dunque, l’imporsi una dieta ancora più rigida. Inoltre, queste persone trovano più facile seguire la loro dieta mangiando da soli, provano sentimenti di superiorità morale e allontanano chi non adotta le loro stesse abitudini.
Sovrapposizione dei sintomi
Le caratteristiche fino a qui descritte ricordano i sintomi dell’anoressia nervosa e del disturbo ossessivo compulsivo, per questa ragione si è discusso a lungo se l’ortoressia possa esser definita come disturbo a sé oppure se si tratti di una sotto-categoria.
L’ortoressia e l’anoressia condividono alcune caratteristiche come: perfezionismo, livelli alti di ansia, un elevato bisogno di esercitare controllo e la perdita di peso. Entrambi i disturbi sono orientati verso un obiettivo, pongono molta attenzione alle loro diete e spesso negano che la loro condizione possa essere invalidante.
Gli ortoressici, inoltre, sembrano mostrare comportamenti ossessivi compulsivi: pensieri intrusivi e ricorrenti relativi al cibo e la salute, esagerata preoccupazione per la contaminazione e l’impurità, un forte bisogno di organizzare il cibo e mangiare seguendo dei riti. Similmente al disturbo ossessivo compulsivo, l’ortoressia interferisce con la routine quotidiana a causa del tempo che si deve dedicare ai riti.
Tuttavia, ci sono alcune differenze. Gli anoressici sono preoccupati per la propria immagine corporea, temono di diventare obesi; gli ortoressici seguono un’alimentazione diversa perché perseguono ideali salutari.
La differenza più significativa rispetto al disturbo ossessivo compulsivo riguarda il contenuto delle ossessioni, ego-sintonico negli ortoressici, mentre è ego-distonico negli ossessivi compulsivi.
Epidemiologia e valutazione
I dati riguardanti l’epidemiologia dell’ortoressia si basano sulla sensibilità e specificità degli strumenti di valutazione. Poiché non esistono misurazioni scrupolosamente vagliate per l’ortoressia con chiare proprietà psicometriche, è difficile ottenere stime affidabili della prevalenza dei casi.
Nello studio originale sull’ortoressia, Bratman e Knight (2000) proposero una semplice scala dicotomica a 10 item, però questa misurazione non ha suscitato interessa in letteratura.
Future ricerche si sono basate su una modificazione di questa scala: ORTO-15. Tuttavia, a causa di alcuni difetti di questo questionario, non si è riusciti a far emergere un quadro della prevalenza di diffusione di questo disturbo.
I ricercatori hanno intrapreso nuovi studi per sviluppare un metodo di valutazione diverso, ovvero il Qatinh Habits Questionnaire (EHQ), usato per identificare quelle persone con comportamenti, cognizioni e sentimenti che possono indicare un’ossessione problematica per l’alimentazione sana.
Alcune stime esistenti considerano un range tra il 6.9% e il 57.6% nella popolazione generale di diffusione, e dell’81.8% in popolazioni specifiche. Gli individui che prestano attenzione all’alimentazione e alla salute per via del loro lavoro o di attività di altro tipo, sembrano essere più a rischio di sviluppare l’ortoressia, poiché hanno più sensibilità verso i problemi relativi l’alimentazione e potrebbero avere una tendenza al perfezionismo.
Trattamento e gestione
Ad oggi, non ci sono casi di trattamenti efficaci per l’ortoressia, tuttavia, sono stati proposti dei suggerimenti. Un intervento ideale dovrebbe prevedere il coinvolgimento di un’équipe multidisciplinare che includa medici, psicoterapeuti e dietisti in modo da ottenere una combinazione di cure, terapia cognitivo-comportamentale e psicoeducazione.
Conclusioni
Oggigiorno libri, riviste, formati elettronici e un rapido scambio di idee e opinioni attraverso i social media, facilitano la propaganda di uno stile di vita salutare, senza avere però alcuna base scientifica. Nonostante ciò, chi usa internet per cercare informazioni legate alla salute tende a non dare validità alle fonti e spesso diffida della attendibilità delle informazioni.
Poiché l’ortoressia si presenta come un insieme di sintomi, considerati come rappresentativi dello stile di vita salutare di tendenza nella cultura popolare, è difficile definire quando la preoccupazione di una persona verso la propria salute e la propria dieta raggiunga livelli patologici.
Ciò nonostante, la maggior parte di coloro che svolgono un’attività sanitaria, sottolinea l’importanza di porre più attenzione, nella ricerca, a questo particolare disturbo.
Fonte: Koven, N.S., Abry, AW (2015). The clinical basis of orthorexia nervosa: emerging perspectives, Dove Press Journal