Trattamento multimodale nel dolore cronico
Autore
dott.ssa Lucia Di Guida
In questo articolo illustriamo nello specifico l’utilizzo della VRRS – Virtual Reality Rehabilitation System, sistema di riabilitazione attraverso l’utilizzo della realtà virtuale.
Questo sistema consente di intervenire su numerose patologie e disturbi, affiancando tecniche e interventi tradizionali e dando la possibilità di offrire trattamenti multimodali più completi.
La nevralgia del trigemino
Una delle patologie trattate con VRRS è la nevralgia del trigemino, una nevralgia facciale. Questo disturbo provoca dolori intensi brevi, ma ricorrenti, quasi paragonabili a scariche elettriche che possono durare da due secondi a due minuti. Il dolore può partire da varie parti del viso e segue il decorso del nervo.
Presto saranno disponibili nuovi farmaci sperimentali, ma attualmente la prima scelta è rappresentata dai farmaci antiepilettici. La terapia farmacologica, comunque, non è l’unica soluzione. La riabilitazione con la realtà virtuale, unitamente a microchirurgia, radiochirurgia stereottattica e nuovi farmaci, consente di ottenere risultati quasi sempre risolutivi.
Come anticipato, un approccio multidisciplinare nel trattamento della nevralgia del trigemino è auspicabile. In patologie di questo tipo è importante una collaborazione tra più figure, quali lo psicologo, il neurologo e il neurochirurgo, a partire dalla diagnosi fino ad arrivare alla riabilitazione, passando per la terapia.
È fondamentale, ad esempio, una valutazione psicologica. In fase diagnostica, con colloqui o test, si indaga la presenza di eventuali fattori premorbosi che possono condizionare la percezione del dolore; esistono, infatti, fattori predisponenti che influenzano notevolmente la percezione del dolore. In questi casi, quindi, l’intervento neurochirurgico potrebbe non essere risolutivo.
Attraverso l’utilizzo del test Visual Analogue Scale, si misura la percezione soggettiva del dolore. La valutazione psicologica può dare informazioni rilevanti, perché spesso le persone riferiscono livelli di dolore più elevati rispetto a quanto registrato dal punto di vista strumentale.
Ambiente 3D e feedback aumentato: come funziona
Per sfruttare la realtà virtuale, si immerge il soggetto in un ambiente 3D ricco di stimoli dove può osservare i propri movimenti e ricevere feedback sulla correttezza degli esercizi svolti. Il feedback ha due effetti: il feedback aumentato libera le endorfine distraendo dal dolore (il feedback agisce sui circuiti della ricompensa facendo percepire il dolore in maniera minore) e il paziente ha un recupero funzionale.
Il feedback aumentato dal punto di vista visivo e uditivo, distrae il paziente che, in questo modo, riesce a compiere determinati movimenti provando meno dolore. Questa metodica è in grado di abbassare la percezione del dolore del 30 -40%.
La realtà virtuale consente al paziente di riappropriarsi della percezione corretta del dolore, prima errata a causa del dolore cronico. Inoltre, sfruttando le tecnologie della realtà virtuale, si può seguire una vera e propria riabilitazione facciale, in modo da riabilitare la postura sbagliata causata dal dolore cronico.
Attraverso quest’apparecchio che riabilita la muscolatura facciale, il paziente ha pieno controllo della sua muscolatura grazie al ritorno visivo degli esercizi che sta facendo.
La terapia ha una durata di dieci/quindici sedute a seconda dei progressi individuali; i risultati delle sessioni di riabilitazione, comunque, possono essere durevoli, in quanto queste sono terapie di apprendimento.
Grazie a un apparecchio da conferenze, il paziente può continuare a esercitarsi a casa e il suo lavoro può essere supervisionato da un operatore, ottimo metodo per mantenere un contatto con il paziente.
Lo psicologo, intanto, continuerà ad assistere il paziente per aiutare ad aumentare la propria consapevolezza corporea, ma anche mentale, per non favorire processi psicologici che autoalimentano il dolore.